Forse non lo sapevate, ma gli uccelli migratori hanno un ruolo importantissimo nella rete globale della vita sul pianeta, che non è solo catturare la nostra immaginazione quando apprendiamo, per esempio, che i fenicotteri della Camargue arrivano in Sardegna sfruttando il vento in poppa delle giornate di maestrale.
La loro salute non ha solo un incalcolabile valore intrinseco, ma è garante della biodiversità per molti ecosistemi e specie. Eppure la loro sopravvivenza è minacciata. Al mondo ci sono 11.000 specie di uccelli, e quasi la metà è in declino, ce ne sono sempre meno.
In questo contesto dobbiamo vedere gli uccelli migratori come i famosi canarini nella miniera di carbone, che si portavano giù perché erano i primi a morire quando iniziava a mancare l’ossigeno, un chiaro segnale che bisognava risalire. La diminuzione dei migratori deve essere per noi un allarme e un chiaro invito all’azione.
La plastica è il loro peggior nemico, e anche uno dei problemi più urgenti da affrontare per difendere l’ambiente. La nostra dipendenza dalla plastica monouso comporta gravi conseguenze ambientali per l’intero pianeta. Solo il 9 per cento dei rifiuti di plastica è riciclato, il 12% è incenerito, il resto, circa il 79%, è accumulato nelle discariche e nell’ambiente.
Nel 2020 le Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica hanno sviluppato una nuovo Quadro Globale per la Biodiversità, progettato per proteggere tutti gli ecosistemi e le specie, compresi gli uccelli migratori, e garantire un futuro più sostenibile, equo e inclusivo per la società umana. Da seguire sul sito UNenvironment.org