Il turismo

È L'OPPIO DEI POPOLI

DI EDITORIALE

È un po’ che si parla di ipertrofia del turismo; secondo le Nazioni Unite nel 2024 i turisti internazionali sono stati 1,5 miliardi. I barcelonì (barcellonesi in catalano), presa alla lettera la battuta “se è la stagione dei turisti perché non possiamo sparargli?” hanno attaccato – e continuano a farlo – con pistole ad acqua gli avventori di bar e ristoranti, e reso attuale un tema che sembrava tabù: la tentazione di girare con il naso all’insù per il pianeta è radicata in modo inconfessabile in quasi tutti noi, ma è una buona idea? In costa ancora non soffriamo di iper frequentazione – salvo forse per brevi periodi – però siamo in un osservatorio privilegiato per chiederci cos’è davvero il turismo.

 

 

occhialini da nuoto specchiati air speed mirror: arena | bikini a triangolo lurex: arena | salvagente classic pool floats: petites pommes

 

 

Apparentemente, una cosa innocua fatta di ciabatte, selfie e aperitivi; ma forse non è proprio così. Wikipedia fornisce due informazioni interessanti: 1; la parola turismo è in uso solo dal 1947 e, 2; ancora in molte lingue non esiste. Lingue, è lecito pensare, parlate in posti dove ancora si viaggia per lavoro, visite, amore, studio, per curarsi o per cercare un nuovo posto dove vivere. Insomma non per fare foto e poter dire “abbiamo fatto il Madagascar, poi il Sudafrica, poi il Congobelga” a voce alta sul tram.

 

 

gilet in cady tecnico taglio vivo con bottoni a | gonna lunga in seta multistrato stampata | turbante in seta con torchons | bracciale elastico con elementi in plexi effetto tessuto | ballerina spezzata in laminato graffiti con cinturino mary jane con fibbia oro: tutto giorgio armani

 

 

L’equivoco
Il turista è dunque una mutazione umana recente che si moltiplica nei “luoghi d’interesse” del pianeta, abitati da più o meno fortunati residenti. Tra i due si instaura un equivoco, ed è questo che chiameremo turismo. “In questa relazione, turista e indigeno, lontani per linguaggio, gusti e consuetudini, improvvisano una realtà su ciò che ciascuno crede siano le esigenze dell’altro”.
Il turismo è l’esercito del frainteso che avanza spianando, a lungo andare, i posti (le“destinazioni”) che conquista perché li visita senza motivo, sperando che il motivo salti fuori. Gli abitanti delle crescenti fette di pianeta che diventano ogni anno “turistiche” si adattano alla nuova realtà, mettendo da parte le proprie specificità per entrare a far parte della patria sovranazionale del turista.

 

 

abito a petali di fiore con doppie spalline incrociate in cotone e fil coupé: romeo gigli | bowl: legno crespi

 

 

In costa
Abbiamo avuto come maestri S.A. l’Aga Khan, per esempio, i Conti Donà, Domenico Gentili, Rafael Neville, i Fumagalli. Questi padri fondatori hanno creato vere e proprie aree in cui confinare il turismo (nell’ordine: Porto Cervo, Porto Rotondo, Baja Sardinia, Porto Rafael, Puntaldìa). Non nuovi paesi della Sardegna – nessuno penserebbe di definirli tali – ma mondi dove l’allegra superficialità dell’uomo in vacanza può prosperare indisturbata. Luoghi altri, fatti per contenere il turismo e le sue, chiamiamole così, ineffabili originalità.

 

 

 

cappello in paglia naturale con ricamo coralli: montegallo alice catena | tuta bianca water repellent: takaturna | sandalo diosa in camoscio turchese con applicazioni di piume removibili: ricagno

 

 

Contaminazioni, architettoniche e non solo
A onor del vero, i primi furono i Club Mediterranée di Caprera e Santo Stefano, di fronte a La Maddalena, negli anni 50. Ve li ricordate? La ola del personale all’arrivo degli ospiti, le perline al posto dei soldi, l’animazione sulla spiaggia; in questi focolai del tutto concesso si svilupparono logiche che hanno finito per trasportarsi, fuori dal recinto, alle comunità locali. Ognuna allestisce la sua rete di punti di ristoro, costruisce insediamenti per le vacanze, soffre di un mercato immobiliare dopato dal turismo. Sulle case cominciano a spuntare intonaci spugnati, archi e colonnine mutuati dall’architettura balneare. Ecco che borghi di pescatori, carpentieri, sarte e pasticceri diventano turistici, non solo nella forma ma, piano piano, nella illogica sostanza.

 

 

 

abito in maglia glistening abstract embroidery: brunello cucinelli

 

 

Viaggiatori e turisti
Le popolazioni residenti, dal Giappone al Portogallo, dall’alto Adige a Santorini, cominciano a ribellarsi. Anche tra gli intellettuali (che hanno il compito di doversi giustificare), qualcuno inizia a mettere in discussione il viaggio a scopo ricreativo. Nel 2024 il New Yorker ha pubblicato “The Case Against Travel”. Nel pamphlet la filosofa Agnes Callard critica il turismo che “ci trasforma nella versione peggiore di noi stessi, convincendoci di essere al nostro meglio”.
L’inganno sta nel fatto che mentre pensiamo di vivere un nuovo capitolo della nostra vita sul pianeta, siamo immersi in esperienze preconfezionate, mentre sarebbe più maturo e proficuo fermarsi a cercare significato dentro di sé. “Perché è lì che si trova la verità, non in un tempio turistico o in una spiaggia affollata da sconosciuti”.

 

 

abito camicia righe alternate in mussola: alberta ferretti | abito righe alternate in mussola: alberta ferretti | chokerin bronzo con cameo in alabastro: 12pm | sandali, calze e collana: stylist ’s own | vasi in rattan intrecciati a mano: fili

 

 

L’oppio dei popoli
Non è semplice visualizzarlo come tale, ma bisogna considerare il turismo come una assuefazione, un modo semplificato di vedere e vivere le cose e che non riguarda solo i viaggi. Essere turisti nella vita, nel lavoro, nelle relazioni, virtualmente in qualunque campo a cui ci si avvicini senza cercarvi un significato, una capacità, una connessione, è un pericolo a cui siamo sempre esposti. Esiste un’industria – quindi un meccanismo – che tende a uniformare il pianeta, un po’ come in montagna si spianano le piste per renderle praticabili a un maggior numero di persone. Forse potrtemmo, da viaggiatori e non da turisti, impegniarci a preservare le piccole e grandi differenze che ci rendono così interessanti e simpatici, e il mondo un posto sempre nuovo.

 

 

 

top: missoni

 

MODEL ALINA T @ PRODIGY MGMT
PHOTOGR APHER MICHELA LOCCI
STYLIST YLENIA FESTA
MAKE-UP ARTIST CLAUDIA MELIS USING ANASTASIA BEVERLY HILLS
HAIR STYLIST AGATA BRANCHINA
SET DESIGN ELISABETTA BONGIORNI
CASTING DIRECTOR LAURA STELLA MOTTA
PHOTOGR APHER A SSISTANT DESIREE SACCHIERO
STYLIST A SSISTANT GIULIA MASSIMI
LOCATION STUDIOWHITE (MI)
A COAST MAGAZINE PRODUCTION