Questa è una storia della costa e, credete, non tutte lo sono: le storie della costa hanno un loro sapore, certi ingredienti e certi altri no. Anne Milliken nasce nel 1919 in una famiglia del Maine che produce filati già dalla metà dell’800. L’azienda cresce, si trasferisce nella Carolina del Nord (il Gruppo esiste ancora oggi), mentre i Milliken vivono a Manhattan dove Anne cresce con i suoi fratelli. A vent’anni è in Italia, dove una zia ha sposato il conte Giulio Senni. Conosce Mario Franchetti “uno dei giovani aristocratici più belli e corteggiati nell’Italia del tempo”. Visita il castello di Fischburg, residenza dei Franchetti in Val Gardena (sotto il Saslong, tra Selva e Santa Cristina) ma presto deve rientrare a New York: il primo settembre scoppia la guerra mondiale. I ragazzi non si dimenticano e, finito il conflitto, lei s’imbarca su una nave militare, sbarca a Napoli e raggiunge avventurosamente Roma dove si sposano nello stesso 1945.
Ah, già, la costa: Franchetti la scopre a sud di Olbia nel 1959 (due anni prima di S.A. l’Aga Khan) e l’atto per l’acquisto di un terreno a capo Ceraso è del 1960. A proposito: siete mai stati a capo Ceraso? Pochi promontori sono così belli, pochi punti di vista sull’isola di Tavolara così suggestivi, ed è ancora selvaggio come allora. Il capo diventa la residenza estiva dei due Franchetti. Per dieci anni proprietari e ospiti soggiornano in tenda, vicino al mare. Tra gli amici c’è Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI e per anni editrice e proprietaria del Corriere della Sera. È lei che presenta ai Franchetti l’architetto e designer milanese Roberto Menghi che disegnerà la villa, costruita nel 1970.
Al cantiere lavorano operai di San Pantaleo, alcuni dei quali avranno un ruolo importante nella vita di Anne: perduto Mario in un incidente nel 1976, la baronessa dedica tempo e passione al disegno e alla realizzazione della ceramica. Vola in Inghilterra con Menghi per conoscere il guru dei ceramisti Bernard Leach, manda le maestranze ad imparare il mestiere in Cornovaglia e a Faenza. Fonda la Petra Sarda, che diventa uno dei più raffinati atelier di ceramica d’Italia. Produce oggetti d’uso che paiono usciti da una quotidianità senza tempo, colorati con pigmenti a base di ceneri di legni diversi mescolati in fase di cottura, frutto di una vita di esperimenti condotti da Anne in persona. Roberto Menghi è ancora chiamato a disegnare gli edifici dedicati alla produzione della Petra Sarda in un angolo nascosto di San Pantaleo.
Intanto, casa o non casa, Anne continua a preferire, nella buona stagione, i tukul senz’acqua e senza luce nella parte confinante con il mare della sua proprietà. Tiene un libretto di appunti dove annota i risultati degli esperimenti, fatti con il suo ceramista Angelo Pileri, per ottenere le diverse colorazioni tra cui il famoso azzurro, il più ricercato. Dà in uso la villa a una associazione religiosa toscana che s’occupa di giovani, è amatissima da tutti quelli che la frequentano e continua a vivere la sua vita nel paradiso di Capo Ceraso da vera pioniera della costa fino ai 99 anni di età. Si trasferirà nel paradiso celeste nel 2018 lasciandoci una casa da libro d’architettura, la Petra Sarda (ancora attiva), e una vera storia della costa da raccontare.