Barbagia Insolita

NELLA GROTTA DEL BANDITO GENTILUOMO

DI MARILENA PISTIS

 

Entrare nella grotta del bandito Corbeddu fa una certa impressione. Ci vuole un po’ per analizzare l’inquietudine che suscita questa caverna di Ali Babà il cui ingresso, nella valle di Lanaithu, proprio di fronte a Tiscali: sembra di entrare in casa di qualcuno quando lui non c’è, e coviamo il timore che possa trovarci lì a frugare tra i fatti suoi.

 

Suoi e dei suoi predecessori: qui sono state ritrovate le ossa di uomini vissuti nella caverna 20.000 anni fa, le prime tracce di homo sapiens dell’isola. È una zona di caverne: non troppo distante c’è la più estesa rete di cunicoli d’Italia che si snoda per settanta chilometri sotto la “Codula di Luna” nella Barbagia di Urzulei. A confronto, la grotta Corbeddu, in cui potrebbero comunque vivere comodamente un centinaio di persone, è un piccolo privé.

 

 

 

 

Il paragone con la caverna dei quaranta ladroni non è fuori luogo: il piccolo ingresso, oggi protetto da un cancelletto di ferro, il bandito lo chiudeva con una roccia che lo rendeva completamente invisibile. Al suo interno Corbeddu organizzava spuntini a base di cacciagione con invitati, musica, vino genuino, canti, poesie; era un po’ il Ritual della Barbagia. Non bisogna immaginarsi che l’uomo conducesse una vita di privazioni isolato dal mondo: aveva un rifugio sicuro nei periodi in cui gli veniva data la caccia, persecuzione durata invano per 19 anni, ma viveva una vita normale, negli ovili degli amici, sui monti, a contatto con la natura e le stagioni.

 

Godeva della reputazione di grand’uomo, coraggioso e giusto. Si raccontava che rubasse ai ricchi per dare poveri e che fosse condannato ingiustamente. In un certo senso gentiluomo, seppur pericoloso, da non avere per nemico. Si racconta che abbia fermato la diligenza del maggiore dei carabinieri Spada, suo acerrimo persecutore, per rubargli il fucile e la cintura dei pantaloni. Ma solo per canzonarlo un po’. Con quel fucile, uno schioppo a canna lunga, il bandito è ritratto nei disegni e nei murales che gli sono dedicati in Barbagia. Negli anni ’60 un regista olandese ha persino girato un film su di lui, se ne possono vedere piccoli pezzi su YouTube.

 

 

Infine, la barba ormai bianca, fu tradito e ucciso in un’imboscata dei carabinieri, e la gente restò sgomenta e dispiaciuta. La leggenda della risposta sarda a Butch Cassidy viene raccontata ancora oggi ai tanti visitatori della grotta da persone appassionate alla sua storia come Giovanni Sanna di Barbagia Insolita.

 

Barbagia Insolita è una società di Oliena abituata ad organizzare escursioni ed esperienze per qualsiasi tipo di pubblico: rappresenta uno dei principali tramiti tra la Costa Smeralda e l’interno dell’isola. Oltre ad essere altamente professionali, abituati ad accompagnare con efficace discrezione gli ospiti dei grandi alberghi e dei superyacht della Costa Smeralda, fanno questo lavoro con l’orgoglio tutto sardo di mostrare le meraviglie della loro isola.

 

Durante i pranzi nel folto delle foreste di quercia o negli ovili dei pastori, tra una scorribanda in jeep e una discesa in canoa sui fiumi dell’interno, tra trekking e giochi, Giovanni Sanna e i suoi sanno mostrare la vera Sardegna, facendo fare ai loro ospiti esperienze di prima mano: non solo mangiare pane carasau, per esempio, ma impastarlo e infornarlo, questa la filosofia che sta cambiando il volto del turismo. In meglio.