Archidee selvatiche

QUEL CHE NON HAI MAI OSATO CHIEDERE SULLA COSTA DELLE VILLE

DI Q&A CON ALESSANDRO BENETTI

Quel che costruiamo diventa parte del paesaggio, una responsabilità verso se stessi e verso gli altri. Ma se il progetto ha solide radici nella logica e nella storia del luogo sarà possibile procedere alla costruzione – o restauro – certi di fare la cosa giusta. È vero?

La domanda trova l’interlocutore perfetto nel “nostro” Alessandro Benetti, nato nel “lontano ma non lontanissimo” 1989, architetto con PHD in storia dell’architettura moderna e contemporanea, materia che insegna all’università. Autore di numerosi articoli per Domus “rivista in cui mi riconosco” e per Urbano, rivista finanziata dal costruttore Borgo Mangiarotti di cui è editor, cura una galleria di architettura a Milano insieme al noto critico Luca Molinari. Infine è co-fondatore, a Parigi, dello studio Oblò “che costruisce molto e molto bene”.

Chi deve sviluppare un progetto, dalla villa al villaggio, trova in Benetti una figura che può spiegargli quale tipo di costruzione può vivere, ambientandosi al meglio, nel tempo e nel luogo prescelto. In sostanza, è un consulente di architettura che dialoga con te per inquadrare il significato del progetto – oltre che verificare le questioni di carattere pratico normativo – e cerca altri architetti che abbiano competenze e sensibilità specifiche per realizzarlo.

 

 

ville al Romazzino

 

Come possiamo definire le aree edificate prevalentemente con case per le vacanze?

Uno sviluppo immobiliare composto principalmente da ville può essere concepito e raccontato come una città delle vacanze. Porto Rafael è un esempio che valida questa definizione, centro urbano diffuso ma raccolto intorno a uno spazio pubblico, la piazzetta. Se facciamo uno zoom out, tutta la costa da Santa Teresa a Budoni, a sud di Olbia, può essere definita un “territorio delle vacanze” che ha subito uno sviluppo alternativo a quello del resto dell’isola storicamente introversa, rivolta cioè più verso l’interno che verso il mare.

In Italia, piccole città delle vacanze occupano alcuni promontori – soprattutto sulle coste del Tirreno – scelti da un turismo già di lusso, con architetture di qualità. Lo sono la pineta di Arenzano, Punta Ala o Torre del Mare (dove Mario Galvagni disegna tutto, un po’ come Gamondi a Puntaldia); o le città delle vacanze disegnate da Marcello d’Olivo o Lignano Pineta con il suo tracciato a chiocciola, e il poco conosciuto Magnacore sul Gargano.

 

 

 

Porto Rafael

 

 

Cosa dobbiamo capire quando sentiamo parlare dello stile mediterraneo delle prime ville della costa ?

Quello che chiamiamo mediterraneo non è tanto la capacità di replicare lo stile tradizionale di questo o di quel luogo quanto una capacità di evocarne le atmosfere. Le architetture della prima Costa Smeralda™, di Porto Rafael o di Porto Rotondo, sono intrinsecamente postmoderne: di fatto ri-assemblano singoli segni, stilemi ed elementi di architetture tradizionali pescate qua e là nel Mediterraneo per rimetterle insieme in una nuova estetica.

Da un punto di vista strutturalista è la scomposizione di un modo di costruire che fu, e la ricomposizione in un discorso diverso che si rivolge a persone diverse. L’interesse e la qualità dello “stile mediterraneo” non consiste quindi nell’imitazione di qualcosa di preesistente, ma nella capacità di rievocare atmosfere della tradizione trasferendole in edifici adatti a usi e abitanti contemporanei.

 

 

Villa Smeralda @ Belmond Hotel Romazzino

 

 

 

Oggi il lusso chiede cose (e case) moderne. È vero?

Varrebbe la pena riflettere suil fatto che in questo momento l’estetica del lusso e l’estetica della casa di vacanza sono cambiate anche al di fuori della costa. È un momento di sfortuna, anche commerciale, della casa tradizionale, sempre meno associata al concetto di alto di gamma. Viviamo un’epoca che ha le sue ossessioni nella tecnologia onnipresente, nell’efficienza come imperativo. Ci si rivolge più alla novità che alla storia, “nuovo” è il nuovo valore.

Succede anche nelle città, dove la difesa dei centri storici e la critica alle costruzioni moderne in contesti d’epoca si è affievolita alquanto negli ultimi anni. Quindi, per rispondere, dobbiamo chiederci quali sono oggi gli immaginari del lusso, come facciamo a rappresentare lo status del proprietario di una casa? Non c’è da stupirsi se in un territorio come questo, dedicato alle vacanze di un pubblico di fascia alta, prendano piede costruzioni assolutamente moderne per quanto si possa, in difesa dello stile “mediterraneo”, definirle meno originali.

 

 

Villa La Grintosa – La Celvia